Omicidio Vannini
Federico Ciontoli racconta la sua verità in un video su Facebook.
“Il mio silenzio pubblico di questi anni è derivato da tanti fattori, la paura, il dolore, il rispetto, le assurde emozioni e gli assurdi pensieri che hanno vissuto dentro di me, l’impossibilità a volte di vedere un senso per la mia vita, il dispiacere per non essere riuscito a fare quella sera quello che serviva per salvare Marco. Per anni ho pensato, e ancora oggi lo sento, che per quanto impossibile sostituire Marco, sarei stato ogni giorno a casa di Marina e Valerio per provare a riempire quel vuoto incredibile”.
Federico Ciontoli, uno dei presunti colpevoli nell’omicidio Vannini, dopo anni di silenzio pubblica svariati video su Facebook per rispondere a tutte le domande. Marco Vannini, 20 anni, fu colpito da un colpo di pistola nella casa della sua fidanzata, tra la notte del 17 e 18 maggio 2015 a Ladispoli. Il 3 maggio il giovane Ciontoli, insieme alla sua famiglia, ascolterà il verdetto della Corte di Cassazione, che dovrà pronunciarsi sulla conferma della condanna. Secondo Federico i media hanno lasciato eccessivo “spazio ai gossip”, alimentando la credenza in una verità, che dichiara essere diversa da quella storica. “ll mio silenzio fuori dall’aula faceva più clamore di quello che avevo detto in aula”. Ha infatti dichiarato che riguardo alla sera in cui è morto Marco Vannini “non esiste nessun segreto, nessun mistero” . Inoltre, ha aggiunto che se il 3 maggio dovesse finire in carcere, continuerà a raccontare la sua storia anche da lì.
Il Direttore del Centro Studi Scienze Forensi dott. Alessandro Spano a proposito dichiara:
“Se Federico Ciontoli afferma che non esistono segreti o misteri forse sarebbe convenuto che ben prima della sua rottura del silenzio dalle sue labbra fosse emersa la verità, piuttosto che una costante attività di copertura reciproca a livello famigliare. Inoltre appare facile dichiarare ora di desiderare di essere stato per anni vicino ai genitori di Marco Vannini, quando nella realtà non ci è stato. E’ molto più comodo anche sul piano mediatico dichiarare di avere buone intenzioni quando purtroppo i fatti dicono ben altro. L’unico dato di realtà che abbiamo è che una famiglia è stata privata del proprio figlio a causa di un evento omicidario che ha dell’assurdo, in cui fin dalla prima chiamata al 112 si è cercato di nascondere quello che era accaduto.”
fonti: notizie.it
foto: lettoquotidiano
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